
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha dichiarato che il pacchetto di misure per l’agricoltura formalmente varato dalla Commissione europea è una prima risposta per limitare le conseguenze economiche della guerra in Ucraina.
Sarà possibile contenere in qualche misura l’aumento senza precedenti dei costi di produzione ed aumentare i raccolti di cereali e colture proteiche. Saranno, però, necessari nuovi interventi per contribuire ad evitare situazioni di crisi alimentare a livello internazionale.
Secondo le stime della Commissione europea, le esportazioni di grano dall’Ucraina potrebbero ridursi di circa 20 milioni di tonnellate nella campagna di commercializzazione 2022-2023.
L’export ucraino incide per il 10% sul mercato mondiale del grano. Per il mais si sale al 15%. I Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente sono particolarmente dipendenti dai raccolti dell’Ucraina per soddisfare il fabbisogno alimentare interno.
In questo quadro decisamente critico l’Unione europea è chiamata a salvaguardare tutto il potenziale produttivo dell’agricoltura. La flessibilità autorizzata quest’anno dovrà essere estesa al 2023.
A livello internazionale sarebbe opportuno limitare il ruolo che i ‘futures’ sui prodotti agricoli di base stanno avendo sull’andamento delle quotazioni reali. Quelli relativi al grano hanno fatto registrare un aumento del 70% dal 24 febbraio, giorno dell’invasione dell’Ucraina.
Il tema della riduzione delle dipendenze strategiche della UE in settori sensibili, tra cui i prodotti alimentari, sarà trattato nel corso della sessione del Consiglio europeo che si apre oggi 24 marzo.
Fonte: Confagricoltura