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VERTICE IN FIERA

Pnrr, Psa e Made in Italy: «Ecco le sfide da vincere»

Fa centro l’incontro con il vicepresidente del Senato Centinaio e il senatore Bergesio

Pnrr, Psa e Made in Italy: «Ecco le sfide da vincere»

CREMONA Vertice tra tecnici, Stato, mondo produttivo e politica, ieri in Fiera, per fare il punto sulla situazione della filiera e, soprattutto, sull’impegno delle istituzioni per quanto riguarda la difesa del Made in Italy e di chi lo crea. Ospiti di Roberto Pini, della Pini Italia, che con Ghinzelli S.r.l. ha organizzato il focus in piazza Zelioli Lanzini, il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio e Giorgio Maria Bergesio, numero due della Nona Commissione del Senato (Industria, commercio, agricoltura e agroalimentare), entrambi della Lega.

Dopo saluti e omaggi istituzionali, nella Sala Guarneri si è poi subito entrati nel vivo con un tuffo nel Pnrr, preciso ma non ‘tecnicistico’ e quindi utile e comprensibile, con Simona Rossotti.  Il focus sui fondi - quali, quanti e come ottenerli - è stato spiegato in maniera chiara e diretta, tanto che si è risolto in breve lo spazio del dibattito e delle domande. Poi la parte politica, con la doppia voce del  Carroccio, tra esecutivo e istituzioni. Per Bergesio: «il Governo sta facendo un lavoro importante. Affrontiamo aspetti inimmaginabili dieci anni fa. Il mondo è cambiato e questo si ripercuote sulla filiera. Produzione, trasformazione e vendita ne risentono. Cresce il Pil, vero, ed è bene, ma resta il debito. Noi i distinguo li facciamo e si è visto con la Legge di Bilancio, con cui abbiamo messo 9 miliardi per l’aumento delle bollette. Grandi risorse sul Decreto Siccità, invece, non ci sono, ma abbiamo una visione prospettica, una cabina di regia, un progetto d’insieme. La crisi idrica è priorità ora che calano, all’anno, 350 metri cubi d’acqua nel Paese. Individueremo nuovi invasi. Ma non ci baseremo sui progetti di 30 anni fa. Fondamentale il nuovo Commissario».

Anche per il vice presidente di Palazzo Madama le priorità sono chiare. Si rivolge ai produttori, Centinaio: «Il ‘Mercato Italia' ha bisogno di raccontarsi. Con la sua qualità. Noi non dobbiamo sfamare il mondo. Noi dobbiamo portare sogni. Il prodotto italiano arriva sulla tavola di un consumatore cinese, australiano o americano che non si deve sfamare. Per quello c’è tutto il resto. Noi, invece, portiamo valore aggiunto, per lui e i suoi ospiti. Apriamoci ai mercati, allora, abbassiamo la burocrazia e aumentiamo l’export».

Poi il retroscena, rivelato in anteprima ai suinicoltori cremonesi: «Venni preso in giro, e tanto, quando firmammo l’accordo con la Cina sulla carne di maiale. Lo facemmo io e Di Maio – ricorda Centinaio –. Ci dicevano che non avevamo fatto niente, invece avevamo aperto la strada per un mercato di parti dell’animale che sul mercato italiano avevano poco o nessun valore, altro che niente». 

Centinaio ha poi invitato a investire ancora di più sulla promozione. Un cenno alle etichette irlandesi, quelle che sconsigliano di bere vino: «Che è sempre quello della dieta mediterranea. La nostra, cioè la dieta del Paese con la più alta aspettativa di vita al mondo. Cosa che non trovo affatto negativa. E un motivo ci sarà». Poi la chiosa dedicata ai ‘no pasaran’ della caccia ai cinghiali e ai danni irreparabili che stanno causando. «Io sono di Pavia – ha spiegato Centinaio –. Ho partecipato a una riunione in cui c’era una mamma che mi ha parlato del ‘povero cinghiale’, perché era contro gli abbattimenti. La settimana dopo un bambino in gita è stato aggredito da un esemplare. Per la stessa signora erano diventati ‘mostri da abbattere’. Bisogna parlare con serietà della peste suina africana, di cosa significa per i mercati. Bisogna agire e informare». A margine dell’evento, il colloquio dei senatori con i vertici della Libera Agricoltori Cremonesi Cremonesi.

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