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Agricoltura del futuro

Pnrr: ecco il ‘manifesto’ per una svolta concreta

Le esigenze e le richieste del settore primario, l’analisi di Beduschi e di Crotti. Le priorità: energia, bacinizzazione del Po ed efficientamento del sistema idrico

Pnrr: ecco il ‘manifesto’ per una svolta concreta

CREMONA A margine della prima riunione nazionale del Tavolo di Partenariato tra Governo e categorie per fare il punto sull’attuazione del Pnrr, il ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, così come fanno le sigle confederali, esprime soddisfazione per gli obiettivi raggiunti nel campo dell’agroalimentare ma, allo stesso momento, ricorda come i tempi siano cambiati e oggi serva una revisione di obiettivi e target finanziari. «Il Pnrr che abbiamo ereditato è stato pensato e approvato in un contesto internazionale decisamente diverso da quello attuale – ha scritto  Lollobrigida nella sua lettera aperta –. Gli eventi successivi hanno cambiato molte delle nostre certezze e hanno reso evidenti criticità di cui non avevamo sufficiente consapevolezza. Tra queste vi sono senza dubbio quella energetica e quella dell’approvvigionamento agroalimentare».

Chi ne ha piena contezza sono i lombardi. In politica come nella filiera.

«Il Pnrr era ed è una grande occasione per il nostro Paese, ma purtroppo nella fase di programmazione è mancata una concertazione con le Regioni – commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste di Fratelli d’Italia Alessandro Beduschi –. Abbiamo assistito alla messa in atto di progetti a mio modo di vedere più incentrati su una posizione ideologica europea che su un concreto piano di sviluppo della ricchezza per il nostro Paese. Un’occasione sprecata, anche perché dobbiamo ricordare che non parliamo certo di finanziamenti a fondo perduto. Il Governo eredita questa situazione e ora cerca giustamente di ridiscutere le necessità, trovandosi di fronte alla rigidità  di Bruxelles».

Su cosa sia mancato Beduschi ha le idee chiare: «Si poteva osare di più sulla bacinizzazione del Po anziché sulla sua rinaturazione. Capisco l’importanza e la sensibilità ambientale ma credo che debba andare di concerto con la possibilità di crescere e fare impresa. In questo senso l’efficientamento del sistema idrico, che tanto impatta sulla nostra Pianura, era sin da subito prioritario».

Guardare avanti resta l’obiettivo. Con un piano preciso: «Ottimizzazione degli invasi, nuove tecnologie applicate al risparmio dell’acqua, poi ancora investimenti mirati anche all’ottimizzazione energetica dei reflui della zootecnia, andando incontro alle richieste di un’Europa che a volte, in modo strumentale e ai limiti del ridicolo, vuol dipingere la nostra agricoltura come un pericoloso nemico inquinante. E non c’è nulla di più lontano dal vero». La formula è una sola: «Investiamo nella meccanizzazione, aiutiamo le aziende a continuare la strada verso una sempre maggiore sostenibilità. Togliamo gli alibi alle lobby che ci vogliono mettere i bastoni fra le ruote.  L’agricoltura lombarda — ne è certo, Beduschi — è eccellenza assoluta sul piano della qualità, non a livello europeo ma mondiale. Serve un New Deal Agricolo. Gli unici nemici che possono fermarci siamo noi stessi, quindi evitiamo di distrarci. E, soprattutto, puntiamo sui giovani spiegando alle nuove generazioni quanto bella, moderna, scientifica, attraente e stimolante sia l’agricoltura di oggi».

Dello stesso avviso il presidente di Confagricoltura Lombardia e della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, Riccardo Crotti: «Dal punto di vista di Confagricoltura Lombardia, il tavolo di partenariato sul Pnrr è positivo nell’ottica di una gestione del piano europeo i cui fondi vanno indirizzati su ciò che realmente serve alla filiera e al settore. Buona la strada intrapresa col bando Agrisolare, come l’intenzione di rivalutare l’autoconsumo e gli investimenti sulle risorse idriche. Importante che al centro dell’agenda ci siano le tre grandi emergenze del nostro tempo. Chiediamo al ministro – l’appello del numero uno della filiera lombarda –  un impegno concreto anche dal punto di vista dei finanziamenti, sulle Tecniche di Evoluzione Assistita e sul Carbon Farming. Il fatto che sia stata riconosciuta l’agricoltura, e che possa ancora maggiormente esserlo in futuro, come attore di controllo e assorbimento dell’anidride carbonica è fondamentale e innovativo nell’ottica di una sempre maggiore conciliazione tra il fare impresa e la sostenibilità».

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