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L' APPELLO DI CONFAGRICOLTURA
21.05.2023 - 18:16
ROMA Il disastro idrogeologico dell’Emilia Romagna suscita una riflessione anche in Confagricoltura. La risposta, per l’associazione che tutela la filiera, è nella revisione di un Pnrr non più attuale.
«Il primo pensiero va alle vittime dell'eccezionale ondata di maltempo che nelle ultime settimane ha duramente colpito l'Emilia Romagna. Anche nella Marche – scrivono da Roma – la situazione è particolarmente difficile. Confagricoltura è vicina alle popolazioni delle aree più colpite che stanno vivendo grandi disagi. Anche per le attività produttive le conseguenze sono pesanti. È presto per fare il calcolo dei danni subiti dalle imprese agricole. Le cifre finali, comunque, saranno senz'altro elevate, perché alle perdite dei raccolti si sommano quelle relative alle strutture, ai macchinari, alle scorte. Secondo le stime elaborate dalla Confagricoltura regionale – precisano –, i danni ammontano a non meno di 6 mila euro ad ettaro per i seminativi e a 32 mila per i frutteti. Non va dimenticato che l'agricoltura emiliano-romagnola è ai primissimi posti in Italia per valore aggiunto e vendite all'estero. Sarà indispensabile mobilitare fondi pubblici straordinari per il ristoro dei danni e per la ripresa produttiva. In questa direzione, Confagricoltura ha già avviato le necessarie iniziative nei confronti del governo e delle forze politiche. Il 23 maggio si terrà una riunione del Consiglio dei ministri per il varo dei primi provvedimenti urgenti».
L’analisi del contesto e la proposta: «Stando alle informazioni rese note dagli esperti – proseguono dalla sede confederale – dall'inizio del mese sono caduti nella regione circa 500 millimetri di pioggia, un quantitativo che normalmente si registra nell'arco di sei mesi. Dall’Emilia Romagna e dalle Marche arriva forte e chiaro il messaggio che occorre cambiare rotta, e con urgenza, per migliorare la condizione del territorio e delle strutture. A differenza del passato, le risorse finanziarie non mancano: il primo segnale deve arrivare dalla revisione in corso del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza».
I dati elaborati dal Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente (SNAPA) indicano che, dal 2006 al 2021, l’Italia ha perso 1.153 chilometri quadrati di suolo naturale, principalmente per l’espansione urbana. Di conseguenza, è aumentato il rischio di allagamenti, mentre sono diminuite le aree verdi e i servizi eco-sistemici. Il danno economico è stato stimato in 8 miliardi di euro l’anno.
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