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L'INTERVENTO INTEGRALE
18.06.2023 - 17:07
CREMONA «Nei giorni scorsi in Commissione Agricoltura, di cui sono membro, si è trattato il tema della carne sintetica, o per meglio dire coltivata. Premesso che il tema della sicurezza alimentare è fondamentale, il provvedimento che vieta produzione e immissione di cibo sintetico non può che vedere Fratelli d’Italia, pienamente concorde. Qualora venisse approvata dall’Unione Europea la produzione e relativa commercializzazione su larga scala della carne coltivata, riteniamo importante sottolineare due aspetti.
Il primo è l’applicazione del principio di precauzione, previsto dall’ art.7 del Reg 178/02 che recita: qualora, in circostanze specifiche a seguito di una valutazione delle informazioni disponibili, venga individuata la possibilità di effetti dannosi per la salute ma permanga una situazione d’incertezza sul piano scientifico, possono essere adottate le misure provvisorie di gestione del rischio necessarie per garantire il livello elevato di tutela della salute che la Comunità persegue, in attesa di ulteriori informazioni scientifiche per una valutazione più esauriente del rischio. L’importanza di tale principio è che anche in assenza di certezze scientifiche, se si teme un rischio per la salute umana le autorità competenti e i soggetti sui quali, comunque, gravano obblighi in tal senso potranno attivarsi con provvedimenti (anche solo provvisori) per gestire tale ‘rischio’. È pertanto auspicabile che l’Unione Europea adotti i diversi livelli di cautela e protezione dei cittadini nonché la tutela della salute in relazione al cibo con il quale ci nutriamo.
Il secondo aspetto è relativo alla sostenibilità ambientale ed economica della carne coltivata. Noi difenderemo sempre la sovranità alimentare; credo dovremmo avere una visione di sovranità moderna: produrre per il nostro fabbisogno e creare ricchezza esportando i nostri prodotti di altissima qualità. In questo momento storico, in cui dopo aver passato una pandemia, è in corso una guerra che ha ancora un grande impatto anche sulla nostra economia in particolare relativa all’alimentazione ci siamo resi conto del rischio reale di rimanere a corto di materie prime, il grano, il mais per esempio e non solo (ricordiamo che sino a non molti anni fa eravamo autosufficienti). Di conseguenza è stata posta nuovamente attenzione sull’agricoltura come uno dei cardini per la tenuta economica del paese. Serve mettere in atto una politica seria di sostegno all’agricoltura e all’intera filiera agroalimentare attraverso un sostegno che sia concreto con una strategia basata sulla visione futura e non volta a tamponare solo le esigenze dell’immediato: ciò vale per l’intero sistema nazionale che per la nostra regione Lombardia. In Italia abbiamo aziende zootecniche uniche, che rispettano tutti i canoni anche richiesti dall’Europa, dalla sostenibilità ambientale al benessere animale. Iniziamo dal garantire a queste imprese anche una sostenibilità economica, ad alleggerire la burocrazia; non dimentichiamo che gran parte di queste aziende sono proprio localizzate nella nostra Regione dove vi sono realtà territoriali molto differenti, in particolare per quanto riguarda la filiera agroalimentare; solo a titolo esemplificativo nelle province di Cremona e Mantova, è presente il 40% del patrimonio zootecnico della Lombardia, vi si concentrano i più grossi macelli di suini (98% della macellazione regionale) e diverse tra le più importanti ditte della filiera del latte, ed è quindi evidente che si tratta di una realtà agro-zootecnica e alimentare particolarmente complessa, che si può senza dubbio definire il più grosso polo zootecnico nazionale se non Europeo.
Dobbiamo valorizzare le nostre biodiversità, dobbiamo diffondere una cultura del cibo e mettere il consumatore veramente in grado di fare acquisti consapevoli in base alla qualità e non scegliendo i prodotti in base al prezzo; pertanto, la priorità è fare corretta informazione. È necessario che chi sceglie una carne prodotta in laboratorio sappia che si trova di fronte a una produzione ingegnerizzata e ben lontana da tutto ciò che noi da sempre sosteniamo e promuoviamo in termini di qualità con il nostro Made in Italy. Infatti, sempre il Regolamento (CE) 178/02 all’articolo 8 pone attenzione alla tutela del consumatore ed enuncia: Tutela degli interessi dei consumatori, la legislazione alimentare si prefigge di tutelare gli interessi dei consumatori e di costituire una base per consentire ai consumatori di compiere scelte consapevoli in relazione agli alimenti che consumano. Attraverso le produzioni stardardizzate di cibo si riescono a controllare le capacità produttive del Paese e questo avviene all’interno di multinazionali, in cui il profitto è superiore all’etica. Se poi la sede di queste aziende è in Paesi non democratici allora la gestione di quei prodotti sintetici è solo uno strumento per muovere interessi geopolitici e geosociali.
La carne sintetica va vista in un’ottica di gestione geopolitica del cibo, perché di fatto è prima di tutto un tema politico, è bene che se ne discuta perché riguarda la democrazia alimentare.
Da sempre abbiamo sostenuto la salubrità e sanità del prodotto nell’ottica di un interesse primario del cittadino consumatore al fine di tutelare e preservare il patrimonio agroalimentare italiano. Una cosa è certa: qualsiasi attività economica non deve mai costituire un rischio per la salute umana, ma siamo convinti che poco avremo da temere se l’agricoltura tornerà ad occupare un posto preminente nell’economia della nostra Nazione e nella nostra Regione».
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