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Bilancio 2026, cosa cambia per le aziende agricole

Tra esoneri e incentivi: dove il Bilancio aiuta e dove le aziende rischiano liquidità

bilancio 2026, cosa cambia per le aziende agricole

In breve

  • Confagricoltura, in audizione alla 5ª Commissione del Senato sul Bilancio 2026, ha segnalato criticità forti su compensazione dei crediti d’imposta e su risorse per gli investimenti 4.0/5.0.

  • Bene alcune misure (esonero IRPEF su redditi dominicali e agrari, detassazione premi e rinnovi, rinvio sugar tax, rifinanziamento Nuova Sabatini).

  • Richieste: continuità del credito d’imposta per la transizione 4.0/5.0, stop al divieto di compensazione dal 1° luglio 2026, interventi su energia e lavoro, fondi per emergenze zootecniche

Il contesto: perché ci riguarda da vicino

Il 2026 si apre con un quadro internazionale incerto (tensioni geopolitiche, guerre commerciali, dazi USA) e un PIL atteso intorno all’1% (dallo 0,7% nel 2025). In azienda lo vediamo già: energia cara, costi rigidi, difficoltà a reperire manodopera. In questo scenario le scelte di Bilancio pesano direttamente sui margini delle imprese agricole e sulla capacità di investire in innovazione.

Le misure positive confermate nel DDL Bilancio

  • Esonero IRPEF su redditi dominicali e agrari (2026)
    100% fino a 10.000 €; 50% da 10.000 a 15.000 €.
    Effetto operativo: alleggerimento fiscale per piccole e medie realtà a reddito agrario.

  • Detassazione rinnovi contrattuali e premi di produttività
    Effetto: costo del lavoro un po’ più gestibile nei rinnovi e per premialità legate a risultati.

  • Rinvio della sugar tax
    Effetto: evita rincari indiretti su filiere e consumi.

  • Rifinanziamento Nuova Sabatini
    Effetto: accesso agevolato al credito per l’acquisto di macchine e attrezzature.

Dove sta il problema: incentivi 4.0/5.0 e compensazioni

Investimenti 4.0/5.0

  • Criticità: dal gennaio 2026 ritorno a Super e Iper ammortamento con effetti limitati per le imprese a reddito catastale/forfettario (gran parte del settore). Lo “spazio” dedicato al credito d’imposta agricolo è stimato in soli 2,1 milioni di euro: troppo poco per sostenere una vera transizione tecnologica.

  • Proposta: ripristinare continuità al credito d’imposta 5.0 oppure stanziare almeno 300 milioni nel 2026 per un credito d’imposta “dedicato” agli investimenti agricoli (macchine connesse, efficienza, digitale, sostenibilità).

Divieto di compensazione dei crediti d’imposta

  • Misura prevista: dal 1° luglio 2026 stop alla compensazione dei crediti d’imposta con i debiti contributivi.

  • Osservazione: secondo Confagricoltura la misura lede il principio di legittimo affidamento; se ne chiede l’abrogazione.

  • Per l’azienda: peggiora la liquidità; si perde uno strumento semplice per “chiudere” saldi e contributi.

Energia e ambiente: costi alti, servono soluzioni pratiche

  • Prezzo all’ingrosso tra i più alti in Europa (settembre: ~109 €/MWh). Le PMI pagano fino a 2,5 volte più delle grandi.

  • Clima: il rischio percepito dagli agricoltori è più alto delle fluttuazioni di mercato.

  • Proposte operative: accelerare su rinnovabili con corsie chiare per agrivoltaico, CER agricole (Comunità Energetiche Rinnovabili), telecontrollo e scambio sul posto.
    Cosa significa in campo: abbattere la bolletta, stabilizzare i costi e fare efficienza sui processi irrigui e di conservazione.

Lavoro, credito e zootecnia: gli interventi richiesti

  • Fondo di Garanzia PMI: proroga del regime potenziato al 2026 e stabilizzazione delle garanzie.
    Perché serve: tassi elevati e rating più severi rendono cruciali le garanzie pubbliche.

  • Esonero contributivo giovani under 40 (autonomi agricoli alla prima iscrizione INPS): chiederne la strutturalità.
    Impatto: ricambio generazionale sostenibile; nuove imprese con meno costi fissi.

  • Fondo epizoozie (aviaria, PSA, blue tongue): istituire un fondo dedicato per indennizzi diretti e indiretti.
    Tradotto: liquidità rapida quando il problema esplode, per non bloccare la filiera.

  • Criterio di prevalenza: chiarire che, in caso di eventi eccezionali, il mantenimento della qualifica di imprenditore agricolo e dei relativi regimi fiscali/previdenziali valga anche se ci si approvvigiona prevalentemente da terzi.
    Perché conta: tutela la continuità aziendale durante crisi e calamità.

Cosa fare adesso 

  1. Pianificare investimenti 2026: verificare l’impatto del ritorno a Super/Iper e la (eventuale) capienza del nuovo credito d’imposta “dedicato”.

  2. Mappare i crediti d’imposta: simulare la liquidità 2026–2027 senza compensazione contributiva; valutare anticipo pagamenti o strumenti alternativi.

  3. Energia: analizzare payback di CER/agrivoltaico e soluzioni di monitoraggio consumi; chiedere preventivi.

  4. Manodopera: utilizzare detassazione premi/rinnovi in ottica fidelizzazione; programmare inserimenti under 40.

  5. Zootecnia: mettere in sicurezza protocolli biosecurity e assicurazioni; predisporre dossier documentale per eventuali indennizzi.

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