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Bruxelles
19.12.2025 - 06:58
Il 18 dicembre Bruxelles è stata il punto di incontro fra tre piani diversi ma strettamente collegati:
la grande manifestazione degli agricoltori europei, il confronto diretto fra i vertici di Copa-Cogeca e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, e il nodo ancora aperto dell’accordo commerciale UE-Mercosur.
Secondo le autorità belghe, in piazza si sono ritrovati migliaia di agricoltori e centinaia di trattori arrivati dai 27 Paesi membri. Al centro, le stesse parole chiave che hanno accompagnato tutto il percorso di queste settimane: PAC forte, politica agricola unitaria, reciprocità negli scambi, meno burocrazia e una vera strategia di crescita per il settore.
Nel corso della giornata i vertici di Copa-Cogeca – l’organismo che riunisce le principali organizzazioni agricole europee – sono stati ricevuti da Ursula von der Leyen.
Dalla nota diffusa dopo l’incontro emerge un messaggio chiaro: in un contesto di incertezza, gli agricoltori europei hanno bisogno di affidabilità e sostegno, e la Commissione si impegna a garantire un supporto forte e duraturo nel bilancio dell’Unione.
Si parla esplicitamente di:
misure mirate alle piccole e medie imprese agricole;
strumenti per la semplificazione della vita quotidiana degli agricoltori;
valorizzazione dell’agricoltura come asset strategico per l’Unione Europea.
In questa cornice si inserisce l’intervento di Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e del Copa, che ha ricordato come oggi l’agricoltura garantisca la sicurezza alimentare dell’Europa e come il mercato europeo sia uno dei principali mercati agricoli al mondo.
Il messaggio è stato netto: aprire il mercato interno senza adeguate garanzie rischia di indebolire gli standard europei. Da qui la richiesta di reciprocità in tutti gli accordi commerciali: chi vuole esportare verso l’UE deve rispettare le stesse regole in termini di sicurezza, ambiente e qualità.
Nel giorno della manifestazione sono arrivati anche sviluppi importanti sul dossier UE-Mercosur.
Da un lato, la presidente von der Leyen – secondo quanto riferito da fonti diplomatiche – ha annunciato ai leader europei la decisione di posticipare a gennaio la firma dell’accordo commerciale, spostando in avanti la scadenza politica.
Dall’altro, il Governo italiano ha diffuso una nota in cui:
conferma di essere pronto a firmare l’intesa solo dopo aver ricevuto dalla Commissione UE risposte precise alle richieste degli agricoltori;
collega la firma alla definizione di misure aggiuntive a tutela del settore primario, in particolare per le produzioni più sensibili.
In questo quadro, Confagricoltura ha espresso giudizio positivo sulla linea di prudenza del Governo, ribadendo che:
la firma di un accordo di libero scambio deve essere subordinata a garanzie concrete per l’agricoltura;
la reciprocità degli standard non è un dettaglio, ma la base per una competizione leale;
l’Italia non è contraria in sé agli accordi commerciali, ma chiede regole certe e tutele adeguate per i propri agricoltori.
Nel corso degli interventi a Bruxelles, Giansanti ha richiamato più volte tre parole: produttività, competitività, innovazione.
La posizione di Confagricoltura può essere sintetizzata così:
le risorse oggi previste per la prossima PAC sono considerate insufficienti rispetto alle sfide che il settore deve affrontare;
le tutele del mercato interno sono giudicate non adeguate di fronte alla concorrenza dei prodotti che arrivano dai Paesi extra UE;
le misure annunciate finora non mettono abbastanza al centro la capacità delle imprese di investire, crescere e innovare.
Il punto, viene sottolineato, non è chiedere “più sussidi”, ma incentivi e strumenti che permettano alle aziende agricole di:
garantire produzione e qualità;
mantenere alti gli standard di sicurezza alimentare;
dare un futuro ai giovani che scelgono l’agricoltura come lavoro.
Sullo sfondo resta la preoccupazione che, se l’Europa dovesse disinvestire sull’agricoltura, il rischio sarebbe quello di trovarsi più debole rispetto alle altre grandi aree del mondo, proprio sul terreno del cibo e delle risorse naturali.
Dalle dichiarazioni di Giansanti e dai messaggi emersi nell’incontro con la Commissione esce un quadro abbastanza coerente:
l’agricoltura è considerata un asset strategico dell’Unione, non un settore residuale;
le politiche future dovranno tenere insieme clima, geopolitica, sicurezza alimentare e competitività;
l’Europa deve rimanere unita su questi temi, evitando scelte che accentuino le differenze fra Paesi o rendano il mercato interno più fragile.
Il richiamo ai “padri fondatori” dell’Unione – che proprio attraverso la politica agricola costruirono una parte importante del progetto europeo – non è solo simbolico. Ricorda che la tenuta dell’Europa passa anche dalla capacità di garantire cibo sicuro, standard elevati e regole uguali per tutti.
Per Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, la giornata di Bruxelles e gli sviluppi sul Mercosur confermano quanto sia importante:
seguire con attenzione ciò che accade a livello europeo;
pretendere chiarezza su regole, risorse e accordi commerciali;
tenere insieme la dimensione europea e le esigenze quotidiane delle aziende del territorio.
L’orientamento espresso da Confagricoltura – prudenza sugli accordi di libero scambio, reciprocità degli standard, politiche forti e ben finanziate per il settore – va nella stessa direzione delle preoccupazioni che molti soci di Libera vivono ogni giorno: reddito, concorrenza estera, costi in aumento, necessità di regole stabili e comprensibili.
Libera continuerà a informare le aziende sull’evoluzione del dossier Mercosur e sulle decisioni legate alla PAC, con un obiettivo preciso: mettere gli agricoltori nelle condizioni di leggere in tempo reale come le scelte europee si tradurranno nella vita concreta delle imprese cremonesi.
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